Ossessioni e compulsioni. Cosa fare.

Ossessioni e compulsioni interessano un numero sempre maggiore di persone, complicando la loro vita e quella di chi gli sta accanto. Studi epidemiologici recenti indicano che il disturbo ossessivo compulsivo colpisca dal 2 al 3% della popolazione indipendentemente dal sesso; per comprenderne la portata basta pensare che il DOC rappresenta il quarto disturbo psichico più comune negli Stati Uniti.

Le ossessioni sono pensieri o immagini vissuti come intrusivi. Sono percepite dal’individuo come disagevoli e vengono messi in atto diversi tentativi per contrastarle che però spesso hanno scarso successo.

Le compulsioni, definite anche rituali, sono comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (contare, pregare, ripetere formule), messi in atto per ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri o dagli impulsi tipici delle ossessioni. Esse costituiscono un tentativo per ridurre il disagio, soprattutto un mezzo per cercare di controllare l’ansia.

Ad esempio, le persone affette da un’ossessione legata alla contaminazione possono lavarsi le mani decine di volte al giorno fino a provocarsi lesioni o dolorose dermatiti. Altre possono controllare ripetutamente di aver chiuso il gas per la paura di causare un incendio nell’abitazione. Altre ancora possono avere dubbi persistenti rispetto al sentimento che nutrono verso il partner o rispetto al proprio orientamento sessuale, anche se solitamente riconoscono che tutto ciò non è giustificato. Le ossessioni del disturbo ossessivo-compulsivo attivano emozioni sgradevoli e molto intense, quali paura, disgusto, colpa, con il conseguente bisogno di fare il possibile per rassicurarsi e gestire il proprio disagio.

Le ossessioni del disturbo ossessivo-compulsivo attivano emozioni sgradevoli e molto intense, come paura, disgusto, colpa, con il conseguente bisogno di fare il possibile per rassicurarsi e gestire il proprio disagio.
Di solito tutte le compulsioni si trasformano in rigide regole di comportamento spesso bizzarre e decisamente eccessive.

Si stima che fino all’80% di persone con Doc sperimenti sia ossessioni che compulsioni. Tuttavia, c’è una percentuale di individui che non presenta compulsioni e ricorre ad altre strategie per gestire il disagio derivante dalle ossessioni.

Alcuni rituali, come alcune pratiche religiose o certe scaramanzie, fanno parte della vita di tutti i giorni. Preoccupazioni come la paura di contrarre una malattia possono essere più presenti in periodi di forte stress. Tuttavia, l’intervento di un professionista risulta necessario solo quando i sintomi persistono, causano molto disagio o interferiscono pesantemente con la vita di tutti i giorni.

Se il disturbo ossessivo compulsivo non viene adeguatamente trattato, anche con l’aiuto di una psicoterapia cognitivo comportamentale specifica, tende a cronicizzare e ad aggravarsi nel tempo. Va da se che più la situazione sia grave, più tempo sarà necessario per ottenere dei risultati significativi. Per questi motivi è fondamentale intervenire il prima possibile.

Principali tipologie di Doc

I sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo sono molto eterogenei, ma nella pratica solitamente se ne distinguono alcune tipologie.

Disturbo ossessivo compulsivo da contaminazione – I sintomi sono ossessioni e compulsioni connesse a improbabili contagi o contaminazioni. Sostanze “contaminanti” diventano spesso non solo lo sporco oggettivo, ma anche urine, feci, sangue e siringhe, carne cruda, persone malate, genitali, sudore, e persino saponi, solventi e detersivi, contenenti sostanze chimiche potenzialmente pericolose. Se la persona entra in contatto con uno degli agenti “contaminanti”, mette in atto una serie rituali di lavaggio, pulizia, sterilizzazione o disinfezione volti a neutralizzare l’azione dei germi e a tranquillizzarsi rispetto alla possibilità di contagio.

Disturbo ossessivo compulsivo da controllo – I sintomi sono legati a controlli protratti e ripetuti senza necessità, volti a riparare o prevenire gravi disgrazie o incidenti. Le persone che ne soffrono tendono a controllare e ricontrollare, spinti dal dubbio ossessivo di aver fatto qualcosa di male e non ricordarlo, sia a scopo preventivo, per essere sicuri di aver fatto il possibile per prevenire qualunque possibile catastrofe. Alcuni esempi sono controllare di: aver chiuso le porte o finestre di casa, le portiere della macchina, il rubinetto del gas e dell’acqua, l’armadietto dei medicinali; aver spento fornelli elettrici, le luci in ogni stanza di casa o i fari dell’auto; non aver perso cose personali lasciandole cadere; non aver investito involontariamente qualcuno con la macchina

Disturbi ossessivi puri – I sintomi sono pensieri o, più spesso, immagini relative a scene in cui la persona attua comportamenti indesiderati e inaccettabili, privi di senso, pericolosi o socialmente sconvenienti (aggredire qualcuno, avere rapporti omosessuali o pedofilici, tradire il partner, bestemmiare, compiere azioni blasfeme, offendere persone care, ecc.).

Disturbo ossessivo compulsivo superstizioso – Si tratta di un pensiero superstizioso portato all’eccesso. Chi ne soffre ritiene che il fatto di fare o non fare determinate cose, di pronunciare o non pronunciare alcune parole, di vedere o non vedere certe cose (es. carri funebri, cimiteri, manifesti mortuari), certi numeri o certi colori, di contare o non contare un numero preciso di volte degli oggetti, di ripetere o non ripetere particolari azioni il “giusto” numero di volte, sia determinante per l’esito degli eventi. Tale effetto può essere scongiurato soltanto ripetendo l’atto (es. cancellando e riscrivendo la stessa parola, pensando a cose positive) o facendo qualche altro rituale “anti-iella”.

Disturbo ossessivo compulsivo da ordine e simmetria – Chi ne soffre non tollera che gli oggetti siano posti in modo anche minimamente disordinato o asimmetrico, ciò può provocare una sensazione disturbante di mancanza di armonia e di logicità. Libri, fogli, penne, asciugamani, videocassette, cd, abiti nell’armadio, piatti, pentole, tazzine, devono risultare perfettamente allineati, simmetrici e ordinati secondo una sequenza logica (es. dimensione, colore, ecc.). Quando ciò non avviene queste persone passano ore del loro tempo a riordinare ed allineare questi oggetti, fino a sentirsi più tranquilli e soddisfatti.

– Disturbo ossessivo compulsivo da accumulo (hoarding disorder) – E’ un tipo di ossessione che caratterizza coloro che tendono a conservare ed accumulare oggetti insignificanti e inservibili (riviste e giornali vecchi, pacchetti di sigarette vuoti, bottiglie vuote, asciugamani di carta usati, confezioni di alimenti), per la enorme difficoltà che hanno a gettarli.

Disturbo ossessivo compulsivo cura.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale costituisce il trattamento psicoterapeutico di elezione per la cura del disturbo ossessivo compulsivo. Una tecnica piuttosto utilizzata nel percorso di cura, che ha mostrato alti livelli di efficacia, è l’esposizione e prevenzione della risposta. L’esposizione allo stimolo ansiogeno si basa sul fatto che l’ansia tende a diminuire spontaneamente dopo un contatto con lo stimolo stesso. La ripetizione dell’esposizione, che deve essere condotta in modo estremamente graduale e tollerabile per il paziente, consente la diminuzione dell’ansia fino alla sua completa estinzione. Perché la tecnica dell’esposizione sia più efficace per la cura del disturbo ossessivo compulsivo è necessario che sia affiancata alla tecnica di prevenzione della risposta: vengono sospesi, o inizialmente almeno rimandati, gli abituali comportamenti ritualistici che seguono alla comparsa dell’ossessione.

Si segue  il principio “guarda la paura in faccia e cesserà di turbarti”.

La psicoterapia cognitiva mira alla cura del disturbo ossessivo compulsivo inoltre, attraverso la modificazione di alcuni processi di pensiero automatici e disfunzionali; in particolare, agisce sull’ eccessivo senso di responsabilità, sull’eccessiva importanza attribuita ai pensieri, sulla sovrastima della possibilità di controllare i propri pensieri e sulla sovrastima della pericolosità dell’ansia, che costituiscono i principali nodi problematici nei pazienti con DOC.

La cura farmacologica del disturbo ossessivo compulsivo viene stabilita dal medico psichiatra, è caratterizzata dall’impiego di molecole antidepressive come la Clomipramina. Recentemente, si è diffuso l’impiego di farmaci più efficaci e con minore effetti collaterali come gli SSRI (Inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina).

Purtroppo una percentuale di pazienti abbastanza alta, che può variare dal 30 al 40% non risponde alla cura farmacologica. A volte, al fine di raggiungere un’efficacia terapeutica maggiore, può essere indicato l’uso in combinazione con l’antidepressivo di neurolettici di ultima generazione, quali il Risperidone (Risperdal, Belivon), l’Olanzapina (Zyprexa) e la Quietapina (Seroquel).

In ogni caso, alla terapia farmacologica, che può essere soltanto d’aiuto, va sempre affiancata la terapia cognitivo comportamentale, intervento di prima scelta e di provata efficacia per la cura del disturbo ossessivo compulsivo.

Davide Boraso
Psicologo – Psicoterapeuta
Terapeuta EMDR e MindfulnessBCT

 

Bibliografia.

APA – DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali Ed. Raffaello Cortina 2014.

Mancini F. – La mente ossessiva. Curare il disturbo ossessivo compulsivo. Ed. Raffaello Cortina 2016.