La manipolazione affettiva: come riconoscerla e in che modo liberarsene

La manipolazione affettiva è una condizione molto più frequente di quello che si potrebbe immaginare.

All’inizio di una relazione amorosa tendiamo a mostrare il meglio di noi stessi, ma con il passare del tempo vengono inevitabilmente a galla tutti gli aspetti del nostro carattere, che siano essi positivi o negativi.

L’amore consente di accettare e imparare a convivere sia con i pregi che con i difetti del partner. Ad alcune donne capita di vivere un rapporto con un compagno che inizialmente sembra talmente perfetto da pensare che anche il principe azzurro delle favole esista davvero.

Lui le riempie di attenzioni e complimenti facendole sentire al centro dell’universo. Dopo la prima fase di emozione ed euforia in cui le donne inevitabilmente si innamorano, subentra un graduale, ma drammatico cambiamento in cui lui trasforma i complimenti in critiche, la sua presenza in assenza e le attenzioni in disinteresse.

Ecco in cosa consiste la manipolazione affettiva: quello che pensavano fosse l’uomo della loro vita si rivela un manipolatore affettivo, cioè una persona estremamente piena di insicurezze che cerca di colmarle usando il senso di adorazione che suscita nella partner.

È molto abile nel far sentire la propria compagna inadeguata, fino a portarla a isolarsi dal mondo esterno per farla vivere in una dimensione in cui lui è l’unico protagonista. Lui comincia nutrirsi delle emozioni e della vitalità della vittima svuotandola della sua energia. Si crea un perverso meccanismo in cui la donna subisce una vera e propria tortura a livello psicologico, mentre l’uomo è un egocentrico narcisista che si comporta da carnefice manipolandola.

Le fasi della manipolazione affettiva

La manipolazione affettiva spesso ha delle fasi ricorrenti. In particolare, se ne riconoscono tre:

  • Idealizzazione, in cui il manipolatore fa di tutto per conquistare e stupire la donna, mostrando il meglio di sé:
  • Svalutazione, in cui l’uomo comincia a disprezzarla, a disinteressarsi di lei, suscitando nella donna un senso di inadeguatezza che la fa sentire colpevole di aver creato questa trasformazione;
  • Scarto finale, in cui la donna viene abbandonata.

A volte il manipolatore corteggia le altre donne per far veder che è desiderato e ambito, cercando contemporaneamente di isolare dagli altri la sua donna in modo da renderla emotivamente dipendente da lui, fino a che scatta in lui un senso di compiacimento per questa situazione.

Di solito, le vittime sono donne con una bassa autostima, dotate di uno spiccato senso di sacrificio e propense ad assecondare il partner sottomettendosi. Oltre al disagio emotivo, in queste donne si possono manifestare disturbi fisici come emicrania, problemi di digestione, disturbi del sonno, bulimia o mancanza di appetito. Se persistono nel tempo, tali sintomi possono far insorgere una vera e propria malattia fino a sfociare nella depressione che in alcuni casi porta addirittura al suicidio. Il manipolatore non ammetterà mai di esserne il responsabile, non si metterà mai in discussione, farà invece aumentare il senso di colpa nella vittima e le consiglierà di ricorrere a delle cure mediche.

Manipolazione affettiva: le tecniche del manipolatore

Le tecniche da lui adottate possono essere diverse. A volte l’uomo si comporta da seduttore dotato di enorme fascino e carisma, sempre curato nell’aspetto e ben vestito. In altri casi è molto socievole mostrandosi estremamente simpatico, estroverso, spigliato e tende a mettere gli altri a proprio agio instaurando subito un rapporto confidenziale. Alcuni si pongono come dittatori violenti ed aggressivi che, approfittando di donne emotivamente deboli, impongono la loro autorità e le fanno soffrire in modo consapevole. Altri, invece, appaiono timidi e riservati, preferiscono osservare piuttosto che intervenire e creano tensioni utilizzando bugie e silenzi, che spesso provocano anche discussioni tra le altre persone. In ultimo, c’è l’altruista che finge di essere disponibile solo per arrivare ad ottenere ciò che gli interessa. È sempre pronto a sacrificarsi per gli altri e offre il suo aiuto anche se non gli viene chiesto.

Come difendersi dal manipolatore

Il manipolatore tende ad essere molto brillante tra la gente, attirandone l’attenzione e sminuendo davanti agli altri la propria donna. Il campanello di allarme deve scattare quando la donna si sente umiliata, non può contare sul partner e riceve attenzioni solo quando reagisce. Per difendersi è necessario prendere le distanze usando parole vaghe o silenzi, cioè utilizzando la cosiddetta “tecnica della nebbia”. Così facendo il manipolatore si allontana perché non si sente più adulato, percepisce l’indifferenza e perde interesse nel continuare la relazione.

Quando una donna cade nella trappola del manipolatore, diventa una marionetta di cui lui muove i fili, che possono essere spezzati solo attraverso la presa di coscienza del rapporto disfunzionale che si sta vivendo. In una relazione è necessario sentirsi amati e valorizzati, non frustrati e disprezzati. Nel momento in cui queste sensazioni negative diventano protagoniste del rapporto di coppia, bisogna arrivare alla consapevolezza che la colpa non è della vittima, ma del carnefice, e che la relazione deve essere interrotta per tornare a prendere in mano la propria vita perché l’amore è crescita e non distruzione.Bibliografia:

How to Recognize the Signs of Emotional Manipulation and What to Do

La manipolazione affettiva. Quando l’amore diventa una trappola