Forme ansiose o infarto imminente?

Le forme ansiose e il cuore sono legati da una forte relazione.

Gli attacchi d’ansia producono cambiamenti nel ritmo e nella frequenza del muscolo cardiaco; ciò è facilmente comprensibile se consideriamo il fatto che esista un forte legame tra mente e corpo e che le esperienze psichiche abbiano effetti anche sul corpo.

Tra i disagi psicologici più diffusi del periodo storico che stiamo attraversando i disturbi d’ansia sono certamente fra i più comuni, non per questo vanno considerati meno disturbanti di altri o non degni di attenzione.

Per rendere l’idea della loro diffusione può essere utile citare alcune ricerche che sostengono come ansiolitici della classe delle benzodiazepine siano i farmaci in assoluto più usati al mondo, dopo i comuni anti-infiammatori; inoltre nella solo penisola anglosassone quasi il 50% della popolazione utilizza o ha utilizzato farmaci per controllare l’ansia durante la propria esistenza; i dati italiani indicano un utilizzo minore, ma si attestano comunque su impieghi abbastanza consistenti.

La parola ansia (dal latino angere ossia “stringere”) per derivazione del termine è associata all’idea di strettezza, costrizione, occlusione; e nell’uso primitivo la parola ansia era fisicamente collocata nel petto; per meglio definirla la si può considerare come uno stato caratterizzato da sentimenti di paura e di preoccupazione non connessi ad alcuno stimolo specifico, diversamente dalla fobia che presuppone un pericolo reale e ben definito (es. paura del sangue, dei ragni, dell’altezza ecc.).

Quando l’ansia raggiunge il suo picco massimo si può parlare di attacco di panico.
L’attacco di panico vero e proprio è un episodio solitamente breve, ma molto intenso in cui si sperimentano invalidanti sintomi corporei accompagnati da vissuti di terrore, catastrofe o morte imminente, sensazione di stare per impazzire e conseguente impulso a fuggire.

I sintomi che accompagnano gli attacchi di panico sono molteplici e spesso soggettivi, tuttavia i principali possono essere raggruppati fra quelli che colpiscono i seguenti sistemi del corpo umano:
– sistema cardiovascolare: aritmie, tachicardia, dolore o fastidio al petto;
– sistema respiratorio: difficoltà a respirare, fame d’aria, sensazione di soffocamento;
– sistema gastrointestinale: nausea, crampi allo stomaco, disturbi intestinali;
– sistema nervoso: scosse e tremori fini, sudorazione, vampate di caldo o freddo, paura di perdere il controllo o impazzire, paura di morire, sensazione di sbandamento, di testa vuota o vertigini, senso di irrealtà e di stare in un ambiente “ovattato”, sensazione di essere distaccati da se stessi.

L’attacco sorge apparentemente all’ improvviso, anche se a seguito di un’attenta analisi si possono rintracciare segni anticipatori importanti, in genere ha durata abbastanza breve, dai 5 ai 15 minuti e può lasciare una forte stanchezza, senso di smarrimento e confusione.
Uno dei sintomi somatici più frequenti presente in chi sperimenta un attacco di panico è la tachicardia, da qui il timore che sia in corso un infarto o un evento cardiaco grave.

Vi sono tuttavia alcune caratteristiche, utili da conoscere, che differenziano la tachicardia legata all’ansia o al panico da quella di origine strettamente cardiologica.
Queste caratteristiche sono rintracciabili in:

frequenza del battito; se la tachicardia si mantiene entro i 130 battiti al minuto ci troviamo generalmente di fronte a una tachicardia tipica delle forme ansiose, di pertinenza psicoterapeutica o psichiatrica, mentre le tachicardie che superano i 150/ 200 battiti al minuto sono da considerare, più probabilmente, di natura cardiologica;

ritmicità o aritmicità; nell’attacco di panico è presente  l’aumento del battito cardiaco che conserva regolarità del ritmo, l’aumento della frequenza cardiaca con irregolarità del ritmo, è più tipico di condizioni cardiologiche;

modalità di insorgenza e remissione; l’attacco di panico raggiunge in genere l’apice in 10/15 minuti, mentre la sua scomparsa è più graduale. Nelle aritmie si passa bruscamente da un ritmo normale a un ritmo di 150 battiti al minuto e oltre e così come improvvisamente compare altrettanto velocemente viene a cessare;

sintomi di accompagnamento; molti sintomi delle aritmie sono simili ai sintomi della crisi di panico, ma alcuni sintomi, tipici delle forme ansiose non sono presenti nelle aritmie: palpitazioni/tachicardia, sudorazione,brividi o vampate di calore, tremori fini o grandi scosse, parestesie, nausea o disturbi addominali, senso di asfissia, senso d’irrealtà. La sintomatologia che si ritrova nell’aritmia riguarda maggiormente dolori e fastidi localizzati nella zona del petto.

Alla luce di ciò risulta fondamentale operare una diagnosi il più possibile rapida e corretta, in modo da poter predisporre interventi immediati e mirati per il benessere psicofisico del paziente.

 

Davide Boraso
Psicologo – Psicoterapeuta
Terapeuta EMDR e MindfulnessBCT.

Bibliografia

Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (4th ed), American  Psychiatric  Association (2001), DSM- IV- TR. Masson, Milano.

Le intermittenze del cuore. Borgna, E. (2003). Feltrinelli, Milano.

Attacchi di Panico e postmodernità. Francesetti, G. (2005).Franco Angeli, Milano.

Introduzione alla psicopatologia descrittiva.  Sims, A. (1995). Cortina, Milano.

http://www.stateofmind.it/2014/03/tachicardia/