Vergogna e autocompassione.

La vergogna è un’emozione articolata, si lega alla consapevolezza che abbiamo di noi stessi e si presenta come uno sgradevole senso di nudità, di percezione di essere stati “scoperti”.

Quando si prova questa emozione, l’idea è di sentirsi inferiori, profondamente giudicati e diversi da come si vorrebbe  davvero essere. A volte, si accompagna ad una bassa stima di se stessi e in questi casi la vergogna può provocare un definitivo crollo della propria persona diventando una vera e propria minaccia all’ identità personale.

Provare vergogna è però normale, è un’emozione come altre e spesso per la maggior parte di noi, così come si è presentata tende poi a scomparire.

Vi sono però persone che tendono a vergognarsi nelle più svariate e numerose situazioni. In questi casi possono comparire sentimenti di rabbia, frustrazione e tendenza all’isolamento.

Chi si occupa di clinica sa quanto può essere trasformativa l’autocompassione, specialmente quando si tratta di lenire la vergogna.

Tuttavia vi sono alcuni problemi: quando un paziente è profondamente radicato nella vergogna, l’idea stessa di essere gentile con se stesso può sembrare immeritata e scomoda, persino innaturale. L’incapacità di provare compassione e benevolenza verso se stessi può determinare maggiori difficoltà e allungamento dei tempi di “guarigione”.

Un atteggiamento più indulgente verso se stessi, diventa quindi un target fondamentale su cui agire. Ma in che modo ciò può essere realizzato? Occorre suggerire un processo graduale per aiutare i pazienti a spostarsi da questi comuni blocchi verso l’autocompassione.

Di seguito, alcune indicazioni che possono essere utili in terapia, ma anche ad ognuno di noi per favorire l’auto compassione.

Comprendi la natura della vergogna.
La vergogna è normale, la vergogna è il modo in cui il cervello affronta la minaccia di disconnessione dagli altri. Cerca di comprendere da cosa derivi.

Etichetta la vergogna.
Se dovessimo indicare la vergogna per quello che è, la definiremmo come una semplice emozione.
Dargli un nome può aiutare a prendere distanza tra noi e l’emozione stessa. Questo processo viene chiamato “defusione”. Nel momento in cui siamo “defusi” dai nostri pensieri e dalle emozioni recuperiamo lucidità e libertà d’azione.

Rimpiazza il giudizio con la creatività.
Cerca di trattare la tua esperienza di vergogna con curiosità. La curiosità riguardo alle tue emozioni può aiutarti a passare ad un atteggiamento più premuroso e ad una prospettiva più comprensiva.

Riconosci il tuo critico interiore.
E’ importante aver consapevolezza che il critico interiore spesso amplifica la tua vergogna.
Ricorda al tuo critico interiore che sei in progressione, non smetti mai di evolvere e stai provando a fare il meglio che puoi.

Pratica ciò che è utile non ciò che è dannoso.
Prova a parlare a te stesso come se stessi parlando ad un amico. Puoi chiedere a te stesso quale azione potrebbe essere di aiuto per recuperare dall’esperienza di vergogna, piuttosto che quali azioni potrebbero perpetuarla? Se stai agendo per operare un’azione correttiva stai facendo il massimo possibile per recuperare la situazione che ha provocato vergogna. In questo caso, puoi supportarti con un atteggiamento costruttivo, piuttosto che continuare ad attaccare violentemente te stesso.

 

Davide Boraso
Psicologo – Psicoterapeuta
Terapeuta EMDR e MindfulnessBCT.

 

Bibliografia.

Gilbert P. – La Terapia focalizzata sulla compassione. Ed. Franco Angeli 2012.

Burgo J. – Shame. Ed. Watkins Publishing 2018.